
Sull'angolo del marciapiede di casa mia solitamente batte un testimone di Geova.
Ogni volta che esco di giorno mi trovo davanti quell'arredo urbano, tracagnotto, baffetti e divisa kaki, cravatta acclusa.
Ogni volta che gli passo a fianco, saranno anni ormai, il pusher di felicità ultraterrena compie sempre lo stesso gesto, mi porge un opuscoletto e mi apostrofa con un "hei giovine...". Quando sono di buon umore mi limito a sfancularlo sottovoce, le volte che invece l'umore vira al nuvoloso tiro semplicemente dritto, o si sposta o lo travolgo.
Quest'oggi, uscito di casa già nervoso causa carenza di nicotina, chiudo il cancello, mi volto a sinistra e lo vedo. Uno di quei panettoni di cemento, sempre color kaki, borsello a tracolla e opuscoli alla mano. Faccio finta di nulla ma lui sa che l'ho visto, così come io so che mi ha già adocchiato.
Ok, non mi importa, a patto che non si metta tra me e il mio agognato pacchetto di Davidoff (eh si, mi è ripreso il vizio), passo veloce e Rayban neri mi avvio nella sua direzione.
Arrivato nelle vicinanze, il suo sesto senso divino lo porta a girarsi verso di me, rivista alla mano e sorriso di chi ha capito tutto della vita. Lo ignoro completamente e mentre gli passo a fianco, senza guardarlo, con la coda dell'occhio lo vedo compiere una rotazione su se stesso, sempre braccio teso a porgere il suo santo graal.
E' fatta, nella mia testa vi è solo il pacchetto marrone su cui a breve metterò avidamente le mani, non è più un banale pacchetto di sigarette, è diventato una donna, pregusto la sensualità del fargli scivolare via il cellophane che la veste, la stagnola interna diventa un intimo di lusso da violare convulsamente per assaporarne l'interno...
E' in quell'istante che lo sento, quando ormai l'ho sorpassato di un paio di passi abbondanti odo quello che mai e ancora mai avrei voluto sentire questa mattina.
- Hei... Giovine -
No, "hei giovine" questa mattina non passa, è scivolato via più volte di quante riesca a ricordare ma questa mattina, proprio oggi... NO.
Mi blocco, giro sui tacchi e in un passo gli sono davanti, mi abbasso fino ad arrivare a cinque centimetri dal suo naso e in non più di una decina di frasi gli sparo a raffica tutti i miei cazzi degli ultimi quattro o cinque anni, poi me ne vado.
Mentre mi allontano diretto all'auto lo sento borbottare, non capisco se si stia scusando per aver avuto anche solo l'ardire di pensare di convertirmi a qualsivoglia cosa o se stia rimuginando su cose appena sentite e di cui neanche immaginava l'esistenza...
Torno con le mie Davidoff post coito e l'alfiere della "Torre di guardia" è svanito...
p.s.
Nessuna masturbazione mentale nel pensare cosa abbia detto al tizio...
...normale amministrazione...